Alberi
“Durante una passeggiata, se in un terreno abbandonato trovavamo davanti a noi un alberello corroso dai parassiti, egli era capace di ripulirlo per bene; dopo, ne seguiva attentamente la crescita. Così visitavamo quell’acero come se fosse un bambino convalescente, liberato da una malattia”. Nel marzo del 2000, quando in una cittadina lacustre a cinquanta chilometri da Budapest venne piantato un albero in memoria di Béla Hamvas, la vedova rievocò con queste parole l’amore dello scrittore ungherese per gli alberi.
Nessuno, meglio dell’autore di Scientia sacra, ci avrebbe potuto rivelare i segreti del tiglio, dell’abete, della betulla, del fico, del cedro.