Mircea Eliade e la Guardia di Ferro
A far chiarezza sul passato guardista di Eliade – e con un taglio di ricerca storica, senza apologie o denigrazioni preconcette – provvede un saggio di Claudio Mutti. Un libretto importante, perché presuppone una meticolosa ricerca delle fonti, ricerca non molto agevole anche perché nel periodo della dittatura, in Romania, molta documentazione è andata distrutta. Un’opera importante, quindi, perché fa chiarezza sul periodo (1936-’38) in cui Eliade militò nel movimento legionario “Guardia di Ferro” ed offre anche elementi interpretativi per la lettura di alcuni romanzi del pensatore rumeno, nei quali questi parlò di sé e dell’esperienza legionaria, sia pure in terza persona e in maniera velata. Mutti è stato il primo in Italia ad occuparsi, nel dopoguerra, dell’esperienza legionaria con particolare riferimento alle fonti e studiandone tutti gli aspetti. (…) Una delle operazioni più interessanti che Mutti compie, nell’analisi dei rapporti fra Eliade e il movimento guardista, riguarda la decrittazione di alcune opere letterarie del prolifico studioso di storia delle religioni. (…) Uno studio scientifico, quindi, che fa chiarezza su alcuni aspetti di uno studioso di grande livello e sgombra il campo da capziose ipotesi e analisi.
(M. Triggiani, “Vie della Tradizione”, aprile-giugno 2001)
Perciò di buon grado rimandiamo agli studi fondamentali di Claudio Mutti riguardo alla collusione di Mircea Eliade con la Legione dell’Arcangelo Michele, i quali dicono, a nostro avviso, una parola (quasi) definitiva in proposito: d’altronde essi sono stati ormai recepiti da chiunque abbia voluto accingersi a scrutare questo lato oscuro della vicenda umana di Eliade e, in misura più o meno maggiore, vengono ormai citati nella bibliografia ufficiale relativa alla vita di questo studioso.
(Marcello De Martino, Mircea Eliade esoterico, Roma 2008, pp. 443-444)