L’asino e le reliquie
Col titolo L’asino e le reliquie, Claudio Mutti presenta un’edizione rivista ed accresciuta del suo saggio Magia della fiaba, dedicato alle “radici metastoriche dei racconti magiari di fate”. Sono presentate, in traduzione dall’originale, tredici fiabe ungheresi, commentate con abbondante erudizione.
(“Il Borghese”, 3 agosto 1986)
L’autore parte dall’assunto guénoniano secondo cui spesso il folklore conserverebbe “elementi tradizionali nel vero senso del termine, anche se talvolta deformati, menomati o frammentari” (…) Applicato alla favolistica ungherese, questo criterio ha fatto scoprire al Mutti tutta una serie di elementi sciamanici risalenti alla fase precristiana della cultura magiara, elementi che sono pervenuti fino ai giorni nostri grazie al veicolo della favola: l’asino, appunto, che porta inconsapevolmente su di sé le reliquie di una sacralità tramontata. (…) Il saggiodi Mutti sembra convincerci che, per comprendere veramente il significato dell’etnografia, si debba essere qualcosa di più che non uno specialista del settore; occorre essere, oseremmo dire, teologi e metafisici.
(Ferenc Szabó, “Il nuovo diario”, 10 gennaio 1987)