L’India e il nazismo
È uno strano scritto, significativo tuttavia di tutta una temperie politico-intellettuale (e meglio sarebbe dire politico-religiosa) poco conosciuta dagli storici dei movimenti “fascisti” e – lacuna ancor più grave – dagli storici del colonialismo e della “decolonizzazione”. Giacché il nazionalsocialismo indiano fu, come il fenomeno filonazista di certi paesi e gruppi politici arabi, anzitutto un corollario della resistenza al colonialismo. Che questo possa sembrare e magari sia obiettivamente contraddittorio e aberrante, è un altro discorso: non si trattava, comunque, di “frange lunatiche”, come il presidente Franklin Delano Roosevelt riteneva gli hitleriani di casa sua. In questo senso, la testimonianza della signora Devi è comunque degna d’interesse: anche perché dà un’immagine dell’Occidente visto dall’India assolutamente inedita per noi. È se vogliamo una “ragione dei vinti”.
(Franco Cardini, “Antologia Vieusseux”, 59, luglio-settembre 1980 )