Diario dal carcere
Di grande importanza quest’opera edita dalla casa editrice di Parma, soprattutto per aver posto luce su una figura europea che (…) spesso è stata trascurata.
(“Raido”, III, 10, solstizio d’inverno 1997)
Durante la Seconda guerra mondiale la nazione magiara fu paese alleato dell’Asse, ma, in opposizione al regime conservatore dell’ammiraglio Horthy – comandante della flotta imperialregia durante la Grande guerra -, si sviluppò il movimento politico di Szálasi. I tedeschi, è noto, preferivano gli alleati in grado di assicurare la produzione industriale e la tenuta militare, piuttosto che quelli impegnati a elaborare una propria visione sulla costruzione di una Grande Europa, che non fosse un’immensa Germania. Questo contribuì a far sì che Szálasi diventasse capo della nazione ungherese solamente nel novembre del ’44, con un paese occupato dai tedeschi, traditi dal reggente della Corona di Santo Stefano, e i russi alle porte. I sobri, ultimi appunti di Szálasi sono completati dai saggi di Mutti, de László e Horváth.
(“Il Bargello”, giugno-luglio 1999)