L’aquila della steppa
Ad oltre venti anni dall’indipendenza, il Kazakistan è diventato un attore di primo piano nello scacchiere internazionale. Il percorso cominciato nel 1992, all’indomani del crollo dell’Unione Sovietica, era denso di insidie e pericoli che avrebbero potuto esporre irreversibilmente la giovane repubblica guidata da Nursultan Nazarbaev ai rischi della speculazione e della disintegrazione sociale e politica. Eppure, attraverso un programma ambizioso e lungimirante, frutto di un’abile combinazione tra statalismo e ponderata apertura ai mercati internazionali, l’economia kazaka è riemersa dalla crisi, facendo prezioso tesoro di tutte le lezioni storiche del passato, custodite dalla leggendaria Via della Seta.
L’Aquila della Steppa. Volti e Prospettive del Kazakistan è un testo di 160 pagine, suddiviso in due parti: la più corposa consiste in un saggio dell’autore che ripercorre in via sintetica lo sviluppo economico e strategico della repubblica centrasiatica durante l’ultimo secolo di storia, sino al suo recente sviluppo negli ultimi vent’anni e alla sua progressiva reintegrazione nello spazio postsovietico dopo la dissoluzione dell’URSS, con un occhio puntato alle peculiarità storiche, etniche e culturali del Kazakistan e dell’Asia Centrale in generale. La seconda parte, in appendice, è invece composta dalla traduzione integrale in italiano di quattro recenti discorsi scelti del Presidente della Repubblica del Kazakistan, Nursultan Nazarbaev. Il libro è patrocinato dall’Ambasciata della Repubblica del Kazakistan presso la Repubblica d’Italia in Roma, ed è promosso dal Centro Studi Eurasia-Mediterraneo (CeSEM) di Roma. La prefazione al libro è stata curata dal Professor Aleksandr Dugin, docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Stato “Lomonosov” a Mosca, già docente presso l’Università Eurasiatica “Lev Gumilev” di Astana.